martedì 26 maggio 2009

Incipit?

 "... E a me sembra di esistere molto a sproposito
e di recitare i miei futili giorni di fianco ..."

A. M. Ripellino, Notizie dal diluvio

Non vuol essere un inizio triste e rassegnato, questo, affatto, ma è giusto mantenersi sempre ben ancorati alla terra, senza intraprendere voli di Icaro. Amo la poesia, leggerla soprattutto, e travasarla nella mia vita, sino all'ultima goccia: pare mi insegni a vivere, pare mi dia le parole e mi scopra profondità altrimenti sconosciute. Tanto mi influenza e nutre che a volte mi domanda di uscire, trasformata - certo impoverita -, ma vera. Non ho saputo né voluto impedirglielo e ho iniziato a "trascriverla". E' un cammino nuovo, ogni giorno più impegnativo e più attento e la sensazione di non riuscire mai a raggiungere la meta è costante.
Quel senso del vivere (e dello scrivere) a sproposito non mi abbandona mai, perché la poesia (certa poesia), con tutta la coerenza che richiede, è cammino in salita, perché ci si sente incapaci, perché ci si guarda e ci si scopre piccoli. Ma questa è la grandezza: sentirsi ogni giorno più piccoli è forse ogni giorno crescere un po'.
 
   

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