Ho stipato il mio dolore
tra le pareti dei giorni
- di marzo, di aprile –
e alla rinfusa vi ho gettato
fiori secchi e regali appena incartati.
Sabato mattina seminavi le fragole,
io passavo nella burrasca
all’incrocio di strade
senza sapere.
Lunedì nascevano rari i sorrisi
per morire a mezz’aria.
A sera fu uno più scuro degli altri
e forse allora i tuoi semi d’un tratto
si fecero cenere sparsa.
Cosa rimane di zolle e mattoni,
di chiavi, di tende, di armadi?
Una processione nel sole sbagliato,
il marmo, gli abbracci
e le tue fragole dolci,
veri ossimori al di là d’uragano.
(a Giovanni)
Declinazione d'affetti - LietoColle 2009