martedì 30 marzo 2010

UN ANNO



              
Ho stipato il mio dolore

tra le pareti dei giorni

- di marzo, di aprile –

e alla rinfusa vi ho gettato

fiori secchi e regali appena incartati.



Sabato mattina seminavi le fragole,

io passavo nella burrasca

all’incrocio di strade

senza sapere.



Lunedì nascevano rari i sorrisi

per morire a mezz’aria.

A sera fu uno più scuro degli altri

e forse allora i tuoi semi d’un tratto

si fecero cenere sparsa.



Cosa rimane di zolle e mattoni,

di chiavi, di tende, di armadi?



Una processione nel sole sbagliato,

il marmo, gli abbracci

e le tue fragole dolci,

veri ossimori al di là d’uragano.




(a Giovanni)




Declinazione d'affetti - LietoColle 2009

2 commenti:

  1. a leggerla così è struggente, oltre che intensamente poetica

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  2. non riesco a fare altro che scappare di fronte al dolore, coi pensieri soprattutto. E, come feci con mia madre, di fronte alla morte ho la sconnessione più totale. Questa è anche la spiegazione di un mio commento ai tuoi scritti mai arrivato. Sappi solo che più una cosa mi tocca nell'intimo, più scatena questa reazione. (potrebbe esser questo alfine il commento)...
    Un abbraccio
    M

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