Coppie a braccetto, passeggini, risa sguaiate. Rumori da domenica in centro nel deambulare annoiato che si specchia in una vetrina dopo l'altra. Daltonica nel fiume variopinto e disordinato più non distinguevo le rive e perdevo l'orientamento nelle mie strade conosciute a memoria. Ho inciampato in una città senza quasi accorgermene, calpestando cartacce, sbattendo contro gomiti e gambe. Nello striscio di luce tra un palazzo e l'altro, decidevo di non sentire più nulla, se non Grieg. E come per dispetto, per consolarmi, o forse farmi male, pensavo al più lieve degli sfioramenti. L'ho chiamato sfioramento nella domenica solitaria. Assoluto di dolcezza impossibile. Ma la musica aiuta. Sempre. Sarabanda
Imparo una tristezza dignitosa, da accettarsi con lo sguardo fermo, che non si abbassa. Le regioni buie dell'anima vanno accontentate e io dedico loro questa colonna sonora. Sarà, il mio, il solito dolore, la trita solitudine fin troppo lacrimosa. Ma in fondo non è di questa sofferenza definita e semplice che abbiamo bisogno? Sofferenza di cui sia facile scrivere e narrare, per breve illusione di sollievo. Aria
SP - giugno 2009
Nessun commento:
Posta un commento